Nella puntata che riapre la stagione di C’è posta per te, una delle storie raccontate è quella di un matrimonio interrotto, a causa di un tradimento.

Raccontando del tradimento – consumato e subito confessato – la protagonista tira fuori tutta la storia. Quello della giovane all’interno della coppia è un vissuto doloroso, interessante perché sovrapponibile a molte altre situazioni analoghe. Mentre lei ripercorre mesi di mortificazione (e lo fa in preda al più insostenibile senso di colpa), quella che ci si para davanti ha tutti i tratti di una relazione a-simmetrica. La ragazza non esiste che come moglie e madre, della donna non v’è alcuna traccia; lei vive compressa in un rapporto fatto di abusi ancorché – e non è una deminutio – di tipo psicologico.

La mancanza di rispetto è nelle parole ed è manifesta, nemmeno smentita dal protagonista: il marito umilia la moglie, anche prima del tradimento, e lo fa davanti alla famiglia, davanti ai bambini e persino in presenza degli amici; la narrazione che entrambi fanno in tv dice che lui la prende frequentemente per stupida, che le dà dell’inadeguata, come fosse la cosa più naturale al mondo.

Ma cosa dice la legge in tema di abusi e maltrattamenti?
Dove c’è denigrazione, oltraggio, offese è la Cassazione a fare un po’ di chiarezza. Perché i comportamenti non sono tutti leciti. L'avvocata Maria Concetta Tringali ha analizzato per Alley Oop ciò che è emerso dalla puntata in questione, ricordando che, di fronte a certe narrazioni, "il messaggio che passa continua a essere quello di una pretesa normalità, fatta di soprusi, agiti dall’uomo dentro la relazione sentimentale".

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